martedì 6 maggio 2014

Il libro di Aurora

Abbiamo pensato di pubblicare il libro di Aurora perché lei si sentiva "a casa" nel Monastero di Sezano.
Aurora sapeva esserci: essere intensamente presente.
Senza sconti, ma con amicizia e affetto, sapeva porre quelle domande capaci di risvegliare il senso di ciò che accade nella vita.
La ricerca ininterrotta "di giustizia e di senso" suscitata dalla malattia di Aurora pone quesiti che raggiungono ogni cuore pensante.



lunedì 5 maggio 2014

"Gli avevo chiesto di portarmi al mare."

La prima volta che sono riuscita a fare qualche passo fuori dalla macchina, ero insieme a Mario. Gli avevo chiesto di portarmi al mare.
Ricordo che mi appoggiavo al suo braccio con tutto il corpo, per sostenermi.
Lentamente, un piccolo passo per volta, attraversammo la passarella in silenzio, mentre il cuore mi batteva forte per l'emozione.
Era l'emozione di stare vicino a mio fratello, di poterlo toccare, era proprio lui in carne ed ossa!
Dopo aver vissuto la paura di perderlo, lui insieme a tutti gli altri.
E poi l'emozione di stare fuori, all'aperto, dopo tanta prigionia.
Sentire i raggi del sole accarezzarmi le guance, tiepidi, caldi, gialli, sulla mia pelle così bianca, così scavata.
E li mare! Il mare non mi era mai sembrato così bello!
Mai.
Quell'azzurro scintillante di riflessi dorati sembrava essere lì apposta per me, ad attendere me.
Era come se mi stesse aspettando da sempre, fin dalla creazione del mondo, per essere ammirato proprio in quel giorno, in quell'ora, in quell'istante, maestoso nella sua grazia, orgoglioso nella sua bellezza, fiero del suo splendore.
In quel momento ebbi la certezza che l'intero mare, fosse stato preparato perché io, in quell'istante, lo potessi vedere, ne restassi colpita.
Perché potesse affascinarmi.
Come se qualcuno lo avesse progettato pensando proprio a me, pensando di farmi piacere.
Come un pittore, che regala la più bella delle sue creazioni alla donna di cui è innamorato, per sedurla, e vedere i suoi occhi accendersi d'amore, brillare lusingati e commossi di essere stati gli ispiratori di un capolavoro.
All'improvviso mi sentii invadere il cuore da un fiume caldo, una vampata di felicità, una gioia fluida che mi scaldava il petto, mi attraversava il corpo e mi faceva bruciare il naso... cercando infine di uscirmi dagli occhi. 
Non mi aspettavo di ricevere un regalo così grande.
(pag. 198)